Temi che il metodo del flusso di cassa scontato (discounted cash flow, DCF) sia davvero troppo ostico per la tua azienda?
In realtà, con un approccio chiaro diventa un aiuto concreto per capire quanto vale davvero il tuo business.
Ti guideremo passo dopo passo nella stima dei flussi di cassa liberi e nel calcolo del costo medio ponderato del capitale (WACC).
Poi ti spiegheremo come definire il valore terminale.
Ogni fase è accompagnata da esempi concreti e definizioni facili da seguire.
Così otterrai una valutazione solida, pronta da condividere con investitori e stakeholder.
Pronto a dare corpo al futuro della tua impresa?
Guida passo-passo al discounted cash flow aziendale
Hai mai sentito parlare della valutazione tramite discounted cash flow, detto anche DCF? È uno dei metodi più discutibili, ma anche più diffusi, per stimare il valore di un’azienda. In pratica, si tratta di prevedere quanti soldi l’azienda potrà generare da qui ai prossimi anni, fare qualche conto su rischio e rendimento… e tirare fuori un valore che abbia senso sia per te che per un investitore.
Ecco, voglio spiegarti come affrontiamo il DCF, passo dopo passo. Proprio come faremmo insieme davanti a un caffè, con carta, penna e qualche foglio Excel.
- La prima cosa da fare? Prevedere i flussi di cassa liberi. Si parte dai dati degli ultimi anni e si mettono insieme le proiezioni operative, tenendo d’occhio quei numeri che davvero fanno la differenza per la cassa.
- Poi bisogna calcolare il costo medio ponderato del capitale, il famoso WACC (Weighted Average Cost of Capital, cioè la media del costo di debito e capitale proprio, pesata in base a quanto l’azienda usa di ciascuno).
- Per il valore terminale, possiamo scegliere se usare il metodo della crescita di Gordon (che suppone che i flussi aumenteranno ogni anno di una certa percentuale) oppure basarci sui multipli di settore, cioè rapportare il valore ad altri business simili.
- Infine, sommiamo tutti i flussi attualizzati (cioè riportati a oggi, così da tener conto dell’effetto tempo e rischio) e aggiungiamo il valore terminale. Et voilà: otteniamo il valore d’impresa.
Se vuoi approfondire i dettagli su come valutare e stimare i flussi di cassa nella due diligence, dai uno sguardo a questa guida: Valutazione dei flussi di cassa nella due diligence finanziaria.
Pronto a scoprire come funziona ogni passaggio? Proseguiamo.
Definizione e stima dei flussi di cassa liberi per il DCF aziendale
Hai mai sentito parlare del free cash flow (FCF)? In pratica, è la cassa che un’azienda ha davvero a disposizione dopo aver pagato tutte le spese operative e aver investito per mantenere e far crescere il suo business. Pensa al FCF come al vero “respiro” dell’impresa: ti dice quanta liquidità resta libera dopo che hai fatto tutto il necessario per tenere in moto la macchina aziendale.
Ma come si calcola? Ecco la formula che usiamo spesso:
Voce | Descrizione |
---|---|
EBIT × (1–tax rate) | Utile operativo meno le tasse: misura l’effettiva generazione di cassa dalle attività principali, considerando l’impatto fiscale. |
Ammortamenti e deprezzamento | Costi contabili non in uscita di cassa: li aggiungiamo per riflettere gli investimenti già fatti in passato (come macchinari o immobili). |
– ΔNet Working Capital | La variazione del capitale circolante netto (cioè la differenza tra entrate/uscite da crediti, magazzino e debiti): se crescono, è cassa che resta “bloccata” in magazzino o nei crediti. |
– CAPEX | Gli investimenti (capex, cioè capital expenditures) che servono per mantenere e modernizzare l’attività. |
Un piccolo errore su uno qualsiasi di questi elementi (tipo una sottostima dei capex, oppure una previsione troppo ottimistica sulla variazione del capitale circolante netto) rischia di gonfiare o sottovalutare il valore reale dell’impresa. Ecco perché è fondamentale, quando fai le tue previsioni, avere dati il più possibile solidi su ricavi, costi e investimenti.
Un consiglio? Se esageri con la stima del fatturato, il free cash flow verrà inevitabilmente pompato oltre la realtà. Il risultato potrebbe essere uno scenario di crescita troppo roseo, poco utile per prendere decisioni concrete. Allo stesso modo, sottovalutare i costi operativi crea un’immagine illusoria della solidità aziendale.
In sintesi, ogni voce del FCF merita attenzione e realismo. È qui che si gioca gran parte della qualità della tua valutazione d’azienda con il metodo DCF (discounted cash flow, cioè attualizzazione dei flussi di cassa futuri). Se lavori con cura su questi numeri, tirerai fuori un’analisi affidabile, proprio quello che serve quando bisogna scegliere, investire o pianificare un passaggio generazionale.
Determinazione del tasso di sconto aziendale e calcolo del WACC
Quando ti trovi a valutare quanto vale davvero un’azienda, è essenziale trovare il giusto tasso di sconto. Qui entra in gioco il WACC, il costo medio ponderato del capitale (Weighted Average Cost of Capital), cioè quel numero che ti serve per attualizzare i flussi di cassa futuri e stimare il valore attuale di un business. Sembra complicato, ma ti assicuro che, una volta capiti i passaggi, il tutto prende una logica molto chiara.
La formula di base è questa: WACC = (E/V) · Ke + (D/V) · Kd · (1–Tc).
Facciamo un piccolo passo indietro e chiariamo i simboli:
- E è il valore di mercato del capitale proprio, cioè quanto valgono le quote degli azionisti.
- D è il totale dei debiti finanziari.
- V è semplicemente la somma tra E e D, ovvero tutto il capitale investito nell’azienda.
- Ke rappresenta il rendimento richiesto dagli azionisti (il “cost of equity”).
- Kd equivale al costo medio degli interessi che paghi sui finanziamenti (il “cost of debt”).
- L’espressione (1–Tc) è fondamentale: tiene conto dello “scudo fiscale”, cioè il vantaggio fiscale che deriva dalla deducibilità degli interessi sui prestiti.
Poniamo il caso di un’azienda che si finanzia per il 60% con capitali propri e per il 40% tramite il debito: il WACC serve proprio a pesare correttamente ogni fonte di capitale in base alla sua reale incidenza.
Per capire quanto “chiedono” gli azionisti in termini di rendimento (Ke), si usa questa formula: Ke = Rf + β · ERP.
- Rf è il tasso “risk free” (ossia senza rischio), spesso identificato col rendimento dei BTP decennali italiani.
- β (beta) misura quanto il valore dell’azienda tende a seguire (o meno) i movimenti del mercato: più è alto, più l’azienda è “ballerina”.
- ERP invece è il premio che gli investitori pretendono per esporsi ai rischi del mercato azionario rispetto, appunto, a un BTP.
Sul fronte del debito (Kd), si prende il tasso medio pagato sui finanziamenti ottenuti, però lo si ricalcola già “netto” del beneficio fiscale, grazie all’aliquota Tc.
Insomma, un WACC strutturato con dati aggiornati e coerenti coi benchmark di settore ti darà un tasso di sconto affidabile, da usare per valutare qualunque piano di investimento futuro o stimare il valore d’impresa.
Ecco uno specchietto veloce che raccoglie tutti gli elementi fondamentali per il WACC:
Componente | Formula di calcolo |
---|---|
Rf | Rendimento BTP a 10 anni |
β | Covarianza tra rendimento azienda e mercato / Varianza mercato |
ERP | Premio per il rischio di mercato (differenza tra rendimento atteso del mercato e risk free rate) |
Ke | Rf + β · ERP |
Kd | Tasso medio ponderato dei finanziamenti · (1–Tc) |
Tc | Aliquota fiscale applicata alla società |
WACC | (E/V)·Ke + (D/V)·Kd·(1–Tc) |
Hai domande su come impostare il WACC per la tua azienda o vuoi un esempio concreto? Parliamone: con la formula giusta e dati affidabili, la valutazione diventa molto più trasparente.
Calcolo del terminal value nel discounted cash flow aziendale
Sai quella parte finale di una valutazione aziendale che spesso fa la differenza? Parliamo proprio del terminal value. In sostanza, rappresenta tutto il valore che l’azienda potrà generare dai flussi di cassa liberi, dopo la fine dell’orizzonte temporale che hai previsto nei tuoi calcoli. È come se raccogliessi tutto il “potenziale futuro” in una sola soluzione: così eviti di sottostimare il valore reale dell’impresa.
Di solito, per calcolare il terminal value si usa il metodo Gordon Growth. In pratica, funziona così: si applica una formula TV = FCFn × (1 + g) / (WACC – g). Qui FCFn è l’ultimo flusso di cassa libero che hai stimato, WACC è il tasso di sconto dell’azienda (ossia il costo medio ponderato del capitale) e g è il tasso annuo di crescita sostenibile. Un consiglio spassionato? Scegli g in modo prudente: di solito dovrebbe essere inferiore alla somma di inflazione e crescita del PIL. Se esageri con g, il valore finale rischia di essere gonfiato, se invece vai troppo basso potrebbe diventare poco credibile.
C’è anche un altro approccio, più concreto se vogliamo: quello dei multipli di mercato. Immagina di prendere l’ultimo flusso di cassa libero previsto e moltiplicarlo per un multiplo di mercato tipico del settore (come EV/FCF). Ad esempio, con un flusso finale di 5 M€ e un multiplo di 10, il terminal value diventa 50 M€. Questo metodo tiene conto di quanto, effettivamente, gli investitori e i compratori sono disposti a pagare per aziende comparabili.
Riassumendo: calcolare bene il terminal value è il trucco per valutare l’azienda con realismo e non lasciare sul tavolo gran parte del suo valore potenziale.
Attualizzazione dei flussi e calcolo del valore d’impresa
Hai appena stimato i flussi di cassa liberi dell’azienda (il cosiddetto “Free Cash Flow” per ogni anno). Magari li hai già messi in tabella, con il terminal value pronto per l’ultimo anno? Perfetto. Ora tocca portare tutto a oggi, così puoi capire davvero quanto valgono questi soldi nel tempo.
Come si fa? Semplice: usi questa formula per calcolare l’enterprise value (cioè il valore totale dell’impresa):
Formula | Spiegazione |
---|---|
Enterprise Value = ∑ (FCF t / (1 + WACC)^t) + TV / (1 + WACC)^n |
Per ogni anno, prendi il flusso di cassa (FCF), lo dividi per il fattore di attualizzazione (1 + WACC, cioè il costo medio ponderato del capitale), elevato al numero dell’anno. Alla fine, aggiungi il terminal value scontato con lo stesso principio. |
Facciamo un esempio veloce. Se il FCF1 è 3 M€ e il WACC (Weighted Average Cost of Capital, ovvero quanto costa procurarsi capitale tra debiti e capitale proprio) è dell’8%, dividerai 3 M€ per 1,08. Se il FCF2 sale a 3,5 M€, lo dividerai per (1,08)^2. Vai avanti così per ogni anno. Infine, inserisci anche il terminal value, scontandolo con la stessa formula. Il totale che esce è la famosa “attualizzazione dei flussi”, ovvero il valore odierno di tutti gli incassi futuri, già corretti per il rischio e il passare del tempo.
Vuoi approfondire i passaggi o conoscere altri metodi per calcolare il valore reale di una società? Ti consiglio di leggere Come si calcola il valore di un’azienda.
Ma cosa indica l’enterprise value, concretamente? È il prezzo teorico per acquistare tutta l’azienda, debiti inclusi. Quindi, se vuoi capire cosa rimane effettivamente agli azionisti, ti serve calcolare l’equity value: prendi l’enterprise value e togli il net debt (cioè la differenza tra tutti i debiti finanziari – come mutui, obbligazioni e leasing – e la liquidità disponibile in cassa e in banca).
Facciamo due conti insieme. Se l’enterprise value è 50 M€ e il net debt è 10 M€, il valore per gli azionisti (equity value) sarà 40 M€.
Parametro | Valore |
---|---|
Enterprise Value | 50 M€ |
Net Debt | 10 M€ |
Equity Value | 40 M€ |
Questa distinzione è fondamentale: ti mostra quanto resta davvero “in tasca” agli azionisti dopo aver saldato i debiti. In pochi passaggi, puoi avere un’idea chiara e concreta del potenziale rendimento sul tuo investimento e della redditività reale della società.
Hai domande o vuoi vedere altri esempi pratici? Scrivici pure: ci piace lavorare fianco a fianco con chi vuole far crescere il proprio business.
Realizzare un modello Excel per il DCF aziendale
Se ti sei mai chiesto come preparare un file Excel per la valutazione aziendale con il metodo DCF (Discounted Cash Flow, cioè flusso di cassa scontato), ecco una guida pratica che usiamo spesso anche noi in consulenza. Il segreto? Suddividere il modello in cinque fogli, ciascuno con una funzione ben precisa: Input, FCF, WACC, TV e un Cruscotto per vedere subito i risultati.
Partiamo dal foglio Input. Qui raccogli tutte le tue ipotesi: tasso di crescita previsto, aliquota fiscale e costo del capitale (ossia quanto “paga” l’azienda per finanziarsi). Ti serve per aggiornare velocemente i parametri di base.
Nel foglio FCF (Free Cash Flow) invece costruisci passo passo la formula dei flussi: prende l’EBIT rettificato per le tasse [EBIT×(1-aliquota fiscale)], aggiungi gli ammortamenti, aggiorna per variazioni di capitale circolante e sottrai gli investimenti (CAPEX). Così ottieni una fotografia chiara della liquidità generata anno dopo anno.
Sul foglio WACC (Weighted Average Cost of Capital, cioè costo medio ponderato del capitale), calcoli il “prezzo” complessivo del capitale, combinando costo del debito (quanto pesano i finanziamenti) e cost of equity (il rendimento richiesto dagli azionisti). È il tasso di sconto che userai poco dopo.
Per stimare il valore futuro dell’azienda, passi al foglio TV (Terminal Value): qui puoi scegliere se usare il metodo Gordon Growth (crescita perpetua) o un multiplo di mercato preso da aziende simili. Entrambi ti aiutano a stimare quanto potrà valere l’impresa a lungo termine.
Infine, il Cruscotto è il tuo centro di controllo: qui visualizzi i principali indicatori, tabelle riassuntive e magari un grafico che “salta subito all’occhio”.
Hai mai provato le funzioni XNPV e XIRR in Excel? Sono indispensabili. XNPV ti aiuta a scontare ogni flusso di cassa alla data giusta (così non sbagli nei calcoli temporali), mentre XIRR calcola il tasso interno di rendimento (IRR) del progetto, ossia il “rendimento effettivo” dell’investimento. Se colleghi queste formule ai valori nel foglio Input, potrai vedere in tempo reale come cambiano i risultati ogni volta che modifichi il WACC o l’aliquota di sconto. Bastano pochi click per ottenere subito il valore attuale netto (NPV) e l’enterprise value aggiornato.
Vuoi andare oltre? Se hai esigenze più avanzate (magari vuoi testare decine di scenari alternativi), puoi integrare delle macro in VBA oppure affidarti a un plugin di simulazione finanziaria come @RISK, davvero potente per effettuare simulazioni Monte Carlo. Immagina: basta una routine che aggiorna i parametri dal foglio Input e ti restituisce tutti i risultati nel Cruscotto. Così capisci subito quanto è sensibile il valore d’impresa rispetto a ogni variazione di WACC, CAPEX o tasso di crescita.
In questo modo, prendi decisioni più solide, riduci i rischi e, se serve, puoi davvero “spiegare i numeri” con dati concreti a investitori o soci. Semplice e professionale al tempo stesso.
Analisi di sensitività e scenari nel discounted cash flow
Quando parliamo di valutazione tramite discounted cash flow, spesso conviene “giocare” con diversi scenari, giusto per vedere davvero come possono cambiare le cose. Iniziamo così: immaginiamo tre versioni del futuro. Uno scenario pessimistico, uno scenario di base e uno più ottimista. Nello scenario peggiore, abbassiamo il tasso di crescita di 1 punto percentuale, alziamo un po’ il WACC (Weighted Average Cost of Capital, cioè il costo medio ponderato del capitale) di 1 punto. Nel caso centrale, lasciamo tutto com’è. Se invece vogliamo sognare un po’ di più, facciamo l’opposto: tasso di crescita che sale e WACC che scende di 1 punto. Così otteniamo una forbice di valori che ci mostra il peggio, tipo vendite deludenti o costi extra, e il meglio, come magari un mercato più favorevole o processi più efficienti.
Questa analisi serve a qualcosa di molto concreto. Dopo aver impostato questi scenari, andiamo a vedere quanto il valore attuale netto (quello che oggi vale tutta l’azienda, scontati i flussi futuri di cassa) cambia al variare dei parametri. Mettiamo che l’inflazione salga dell’1%: la crescita reale si abbassa e il valore calcolato col DCF si comprime. Oppure, se il WACC cresce anche solo dello 0,5%, per recuperare il tuo investimento magari non ci vogliono più cinque anni, ma sei. Quindi, vedere quanto il valore dipende da certe ipotesi ci aiuta a capire subito se il progetto ha senso anche nel caso peggiore o se invece è il caso di rimettere mano al piano.
Infine, impariamo a leggere la larghezza di questa forbice tra valori. Se la distanza tra scenario pessimistico e ottimistico è piccola, vuol dire che la tua stima è piuttosto solida e l’investimento si presenta stabile. Se invece la differenza è grande, magari il valore passa dal vantaggioso al quasi rischioso, probabilmente c’è qualcosa da controllare: meglio approfondire i rischi o magari rivedere il modello. L’analisi di sensitività non è un passatempo: è proprio lo strumento che ti evita brutte sorprese, aiutandoti a prendere decisioni vere, con più tranquillità.
Ecco come può presentarsi uno schema degli scenari:
Scenario | Tasso di crescita | WACC | Valore DCF |
---|---|---|---|
Pessimistico | -1% | +1% | €X |
Base | Stima centrale | Stima centrale | €Y |
Ottimistico | +1% | -1% | €Z |
Ora tocca a te: prova a inserire i tuoi numeri, dai un’occhiata ai risultati e chiediti se saresti ancora tranquillo con i valori più bassi. Ah, e ricordati, ogni tanto, di rileggere le stime insieme al tuo team, un confronto diretto può far emergere rischi o opportunità che da soli rischiamo di perdere di vista.
Errori comuni e best practice nel discounted cash flow aziendale
Ti è mai capitato di vedere valutazioni DCF con numeri che sembrano usciti da una favola? Di solito il problema parte da previsioni di ricavi troppo ottimiste, quasi che l’azienda dovesse crescere sempre senza ostacoli. E spesso l’orizzonte di analisi è un po’ troppo corto, 3 o 4 anni, così rischi di trascurare tutto il valore che l’azienda sviluppa nel tempo. Un dettaglio che scivola via facilmente è il WACC (Weighted Average Cost of Capital, cioè il costo medio ponderato del capitale): se non lo aggiorni spesso, rischi che non tenga conto degli ultimi cambiamenti nel costo del debito o del rischio percepito. Questi passi falsi, anche piccoli, possono portarti a una valutazione d’impresa “pompata” oppure, peggio ancora, troppo bassa.
Come puoi rendere le tue valutazioni più solide? Beh, ci vuole qualche accorgimento. Un buon punto di partenza è confrontare i tuoi risultati con i multipli di mercato: basta scegliere qualche benchmark di settore e già intravedi se le tue stime sono fuori rotta. Poi c’è il tema delle ipotesi: ti consiglierei di rivederle almeno una volta l’anno, oppure ogni volta che cambiano i tassi risk free o l’inflazione, così anche il WACC e il tasso di crescita restano aggiornati. Non dimenticare il terminal value: un rapido ricalcolo ti può davvero salvare.
Fare queste revisioni regolarmente vuol dire avere numeri più affidabili. E poter prendere decisioni finanziarie con meno ansia, che detto tra noi… non è mai male!
Considerazioni finali
Abbiamo visto come prevedere i flussi di cassa liberi, calcolare il WACC, stimare il valore terminale e attualizzare i flussi per ottenere il valore d’impresa.
Con questa struttura potrai costruire un modello Excel solido, verificare scenari di sensitività e aggirare errori comuni.
Applicando il metodo illustrato, avrai chiarezza su ogni parametro e potrai affinare la tua analisi finanziaria.
Ora sei pronto per approfondire il discounted cash flow aziendale e a guidare la crescita con sicurezza.
FAQ
Che cos’è il discounted cash flow aziendale?
Il discounted cash flow aziendale è un metodo di valutazione che stima il valore di un’impresa calcolando e attualizzando i flussi di cassa futuri mediante il costo medio ponderato del capitale (WACC).
Come si stima il Free Cash Flow in un modello DCF?
Il Free Cash Flow si calcola come EBIT×(1–aliquota fiscale)+ammortamenti–variazione capitale circolante netto–CAPEX, dove la variazione NWC include scorte, crediti e debiti commerciali.
Come si calcola il WACC per il tasso di sconto?
Il WACC si ottiene sommando proporzioni di equity e debito: (E/V)×Ke + (D/V)×Kd×(1–Tc), dove Ke = Rf + β×ERP e Kd è il costo del debito al netto del tax shield.
Qual è la formula per il Terminal Value nel DCF?
Il Terminal Value si determina con il modello Gordon Growth: TV = FCFn×(1+g)/(WACC–g), dove g è il tasso di crescita sostenibile, oppure applicando multipli di mercato sull’ultimo FCF.
In che modo si attualizzano i flussi e si calcola il valore d’impresa?
I flussi di cassa futuri si scontano a WACC per ogni anno, poi si aggiunge il TV attualizzato. La somma fornisce l’Enterprise Value da cui si sottrae il debito netto per l’Equity Value.
Com’è strutturato un modello Excel per il DCF?
Un modello Excel DCF comprende fogli Input (parametri), calcolo FCF, WACC, TV e un cruscotto risultati. Si usano funzioni XNPV/XIRR e add-in o macro per simulazioni avanzate.
Perché integrare analisi di sensitività e scenari nel DCF?
L’analisi di sensitività misura l’impatto di variazioni ±1% su WACC e g. Creando scenari pessimistico, base e ottimistico si valuta la variabilità del valore e si interpretano i rischi.
Quali errori evitare e quali best practice seguire nel DCF?
Evitare stime troppo ottimistiche, orizzonte di proiezione breve e WACC non aggiornato. Confrontare le ipotesi con multipli di mercato e benchmark di settore per mantenere le valutazioni coerenti e affidabili.